di Luigi Colombo: Istituto di Topografia, Fotogrammetria e Geofisica, Politecnico di Milano
Attilio Selvini: Istituto di Geodesia, Topografia e Geofisica Mineraria, Università di Bologna.
La misura è tutta quanta opera dell'uomo, non l'ha rubata a nessuno, non è un'operazione mimetica. Non esiste una operazione naturale che ci porti ad un numero; il numero è frutto dell'intervento umano".
Le prime misure angolari indirette nell'antichità, sono fatte attraverso l'ombra dello "gnomone"
o con metodi similari: si pensi alla nota misura di Erastòtene. La determinazione della direzione - quindi misura angolare -
per fissare il cardine, veniva fatta in età romana con gnomone e cerchio tracciato sul terreno circostante...
Vere misure angolari sono invece eseguite con il "quadrato geometrico",
di cui molti trattatisti medievali parlano sotto i nomi di "quadratum
mediclinorum", "instrumentum gnomonicum", ecc.
Sembra che il "quadrato" compaia addirittura verso l'anno 100 a.C.: era
costituito da quattro aste a telaio o da una tavoletta quadrata...
Il primo strumento capace di misurare angoli orizzontali e verticali è
il "Polimetrum" costruito nel 1512 da Martin Waldssemüller,
topografo e cartografo renano...
Circa l'invenzione del cannocchiale per usi astronomici, le cose sono
note. Il primo strumento è certamente quello del fiammingo Hans Lipperhey (1560-1619), vetraio ed ottico...
Si arriva così al nostro Ignazio Porro (1801-1875), cui si devono
non poche e sostanziali novità.
Il teodolite diventa per sua opera "tacheometro" anzi "cleps"...